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ACERBO: “FOIBE INVENZIONE FASCISTA”

“Le foibe sono un’invenzione fascista, come scrisse Predrag Matvejević in un articolo che dovrebbero andare a rileggere gli esponenti del governo ma anche del centrosinistra che ripetono come pappagalli una versione della storia unilaterale, distorta e spesso letteralmente inventata”. Lo afferma in una nota Maurizio Acerbo, segretario del Prc-Sinistra Europea. Rivendicando il voto contrario alla legge che ha istituito il Giorno del Ricordo, Acerbo definisce la ricorrenza “un’operazione di revisionismo e rovescismo storico”.

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1 COMMENT

  1. Non ci meraviglia che i comunisti siano negazionisti sulle foibe dato che ancora non si sono scusati per i crimini dei partigiani in provincia di Teramo.
    Vi è un terribile vuoto da colmare a Montorio come già è stato fatto dieci anni fa a Teramo dalla giunta di centrodestra ( Le nuove vie intitolate ai due preti uccisi dal partigiano – Teramo – Il Centro ). Spenti i fari della propaganda e sopiti i rancori di quella che è stata un’orrenda guerra civile tra italiani, con la partecipazione di stranieri, è ormai tempo di metabolizzare la storia. In ogni guerra, quando l’impunità rende un territorio spesso preda di violenza sommaria, sono sempre i più deboli e indifesi a rimetterci la pelle. Quelli che magari, data la loro missione, cercano di essere caritatevoli con tutti e nonostante tutto. Quelli che magari, hanno dovuto subire non solo la violenza omicida, ma anche l’oblìo per non rovinare la retorica dei vincitori.
    Nella Provincia di Teramo il partigiano yugoslavo Mirko Jovanovic uccise nel maggio del 1944 due sacerdoti:

    don Vincenzo d’Ovidio, (nato il 26 marzo 1878 a Roiano di Campli e morto il 22 maggio 1944), parroco di Poggio Umbricchio figlio di Francesco e Palmarosa Costantini

    e don Gregorio Ferretti di Collevecchio , (nato il 20 gennaio 1875 a Montorio al Vomano e morto il 24 maggio 1944) fratello dell’architetto Pio Ferretti che fece costruire la chiesetta di Sant’Emidio .

    Il Vicario Foraneo di Montorio, Domenico Valerii così trascrisse il primo episodio: “….cinque o sei uomini armati – così detti partigiani – si presentarono nella canonica di Poggio Umbricchio e costrinsero con la forza il Parroco D. Vincenzo D’Ovidio a seguirli verso la località “Santa Croce” – Qualche giorno dopo alcuni pastorelli ritrovarono per caso, presso un fosso sotto San Giorgio, il cadavere del povero sacerdote con ferite di arma da fuoco al petto e alla fronte. Il pretesto del delitto sembra si debba ricercare in certe imprudenze commesse da Don Vincenzo nel parlare. Il 29 maggio io mi recai a Poggio Umbricchio, celebrai la S. Messa e feci le esequie – Vi partecipò tutto il popolo, che, in corteo, scese poi dal paese fino alla strada nazionale…”.

    Don Gregorio Ferretti, uomo di cultura e di grande bontà d’animo, non sapeva negare gli aiuti che gli venivano richiesti, senza fare distinzione di partiti o ideologìe. Nonostante fosse stato invitato a nascondersi avendo mostrato simpatìa per il tramontato regime, non lo fece in quanto non aveva in coscienza nulla da rimproverarsi fino al punto da ospitare a casa sua dei partigiani che gli avevano chiesto qualcosa da mangiare. Quando fu ora di andarsene, lo fecero uscire di casa e gli spararono.

    Perché mai furono uccisi quei due sacerdoti, se non per l’odio viscerale di certi comunisti verso la Chiesa cattolica, accusata di vendere “oppio ai popoli”? Di essere maestra di oscurantismo reazionario contro le “magnifiche sorti e progressive”?
    Di rappresentare per costoro il principale ostacolo per l’istaurazione della rivoluzione comunista? Non per rinfocolare odio ma per mettere la storie al servizio della verità. Non per riscrivere la storia ma solo per farla conoscere tutta, davvero, senza nascondere il martirio silenzioso. La toponomastica e la storiografia devono fare giustizia del sangue versato dagli innocenti.

    Fonti:
    Roberto Beretta “Storia dei preti uccisi dai partigiani” (Piemme, Casale Monferrato 2005 pag.319);
    Giulio Di Nicola, “Paesi d’Abruzzo”, Bologna (Arnaldo Forni Editore 1981);

    Don Giovanni Saverioni:

    http://www.ilquotidiano.it/…/parla-don-giovanni-saverioni-quel-16-giugno-1944-la -liberazione-di-teramo –

    Nicola Facciolini: http://www.improntalaquila.org/2010/06/13/articolo6556
    Vincenzo Merlo: http://arius.ilcannocchiale.it/post/1203247.html

    Altri Siti internet:
    http://www.mariadinazareth.it/…/martiri%20in%20italia.htm
    http://www.storia900.altervista.org/sacerdoti.htm
    http://www.ecclesiacatholica.it/index.php?...
    http://www.rolandorivi.com/
    https://iduepunti.it/zibaldone/17_aprile_2011/caro-sindaco-di-teramo-montorio-crognaleto-e-campli

    Il Comune di Giulianova adottava già nel 2013 di dedicare una strada ad uno dei due sacerdoti:

    https://www.google.com/search?q=Comune+di+Giulianova+commissione+toponomastica+Don+Ferretti&ie=utf-8&oe=utf-8&client=firefox-b-ab

    Gruppo su Facebook con un centinaio di membri a sostegno della proposta:

    Intitoliamo una strada a Don Gregorio Ferretti e a Don Vincenzo d’Ovidio

    Sì rinnova oggi, l’invito a superare la retorica stantìa a senso unico e a compiere gesti di civiltà come quelli rivolti a riconoscere pubblicamente i vergognosi eccidii che hanno subito vittime innocenti, condannate una seconda volta da oltre settanta anni di oblìo.

    P. S.
    La richiesta già formalizzata sin dal 2012 e REITERATA con ISTANZA PROTOCOLLATA al NUMERO 2020/2030 del 07/02/20 è sempre stata ignorata dal Comune.

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