Entro il 26 giugno 2025 il Consiglio regionale dovrà esprimersi su un tema delicatissimo quanto divisivo: il fine vita.
Scatta il conto alla rovescia…
Ci chiediamo se un argomento simile possa essere affrontato quasi alla chetichella e non debba suscitare invece un ampio dibattito anche a livello mediatico.
Intanto vi è una questione di “metodo”, come ha acutamente notato Marcello Veneziani:
“Questa è l’eutanasia della Nazione, con la vivisezione regionale della salute degli italiani tra regioni liberomortiste e antimortiste.
Col paradosso di far nascere un’altra possibile migrazione sanitaria transregionale: se vuoi curarti e salvarti la vita vai in Lombardia, se vuoi invece morire con un regolare suicidio assistito vai in Toscana.
Non trovate aberrante questo nomadismo sanitario, questo relativismo regionale della salute?”
Sul merito si apre un bipolarismo morale tra due concezioni irriducibili quanto paradossalmente trasversali, che sconquassano le coalizioni politiche al loro interno.
Un contributo che proponiamo è questa chiacchierata sul tema con il bioeticista cattolico teramano Massimo Micaletti:
