Altra vittima sul posto di lavoro ieri nel nostro territorio provinciale a causa di un incidente dovuto alla carenza di sicurezza, il secondo nel giro di pochi giorni.
Altro padre di famiglia uscito di casa al mattino per lavorare che i propri famigliari non vedranno più tornare.
Un altro bimbo, questa volta di quattro anni dovrà affrontare la vita senza il papà come guida, con la mamma dall’eterno sguardo triste, perché immersa nel dolore di aver perso per sempre il proprio compagno di vita.
Possibile che con tanta tecnologia a disposizione non si possa lavorare con sicurezza? Possibile che sia diventata cosa consueta, che per molti lavoratori andare a lavorare è come andare in guerra?
A livello nazionale non c’è giorno che non ci sia notizia di una morte bianca, sempre più spesso anche di giovani studenti impegnati nel tirocinio e nell’apprendistato.
Lavorare in sicurezza non può essere un optional, deve essere in diritto.
Non si può restare indifferenti a simili fatti, urgono provvedimenti e norme più rigide, a garanzia della sicurezza sul lavoro, che il nuovo Governo e Parlamento non potranno più rinviare.
Come giustamente si spendono tante risorse per salvare vite umane in casi di accidenti vari, il più delle volte accaduti per futili motivi, in iniziative fatue e di divertimento a causa dell’imperizia e comportamento negligente delle vittime, a maggior ragione bisogna investire sulla sicurezza nel lavoro, fonte primaria di risorse per il sostentamento per una persona e la propria famiglia.
Antonio Topitti