Per l’ottantesimo anniversario dell’ uccisione di Giovanni Gentile, la Biblioteca Delfico ha ricordato l’ esimio personaggio con le prolusioni della professoressa Maria Cristina Marroni che ha evidenziato la portata pedagogica di Gentile come una avanguardia che ancora oggi risulta più che attuale. Il professor Elso Simone Serpentini ha deliziato il folto pubblico riuscendo a spiegare l’altezza filosofica del pensiero gentiliano con la sua preparazione sia scientifica che didattica. L’ avv. Pietro Ferrari ha invece evidenziato la dialettica politica e ideologica che Gentile ebbe con i suoi avversari e il suo ruolo progettuale per la costruzione dello Stato Etico.
“Elogio del più grande pensatore italiano del XX° Secolo”
Marcello Veneziani:
“Giovanni Gentile fu l’ultimo grande filosofo a pensare l’Italia e nel pensiero trovò l’anima, il destino e la missione del Paese. Il suo fu l’ultimo poderoso tentativo di immaginare l’Italia attraverso una teologia civile, nel solco di Vico, una riforma religiosa applicata alla politica e una religione civile legata allo spiritualismo politico e al pensiero nazionale. I precursori dell’Unità d’Italia li chiama infatti profeti, a partire da Dante; il Risorgimento lo vede come la Resurrezione dell’Italia, inteso mazzinianamente come missione fondata sulla religione della patria e percorsa dal giobertiano primato morale e civile, ma anche filosofico e culturale, italiano.”