Le lacrime in un’aula di tribunale sono come un tuono che squarcia il silenzio, soprattutto quando provengono da una giovane di 18 anni che entra come testimone e esce come parte offesa. Sotto accusa c’è l’ex convivente della madre, imputato per maltrattamenti alla donna e minacce alla presenza dei minori. Lo riporta il Centro.
La donna ha raccontato in aula di essere stata picchiata e minacciata per un anno, e di aver fuggito con le figlie solo quando ha trovato il coraggio di farlo. La Procura sostiene che l’uomo abbia vantato la sua condizione di criminale e minacciato la donna e le figlie. La mamma si è costituita parte civile, e in aula ha raccontato gli orribili momenti di abuso e di minacce. La testimonianza della giovane ha portato il giudice a modificare l’accusa per includere anche lei come parte offesa.
Le lacrime di questa giovane sono state un riverbero della sofferenza che ha dovuto affrontare insieme alla sua famiglia, un ululato contro l’ingiustizia che ha subito. La sua testimonianza e quella della madre sono state come un faro nella tempesta, una luce nell’oscurità che ha permesso alla verità di emergere e alla giustizia di avere la sua chance. Ora, come in un giardino dopo una tempesta, la speranza germoglia per un futuro in cui la violenza e l’abuso saranno solo un lontano ricordo.