Spett.le Onorevole Sergio MATTARELLA
Presidente della Repubblica Italiana
Palazzo del Quirinale – Roma
Gentilissimo Signor Presidente,
quella che Le sottoponiamo non è semplicemente la testimonianza del disagio dei commercianti e degli artigiani del Centro Storico di Teramo, provati prima dal sisma e poi da una ricostruzione lunga, lenta e frammentata.
Non è un lamento collettivo, né la richiesta di un aiuto.
Siamo figli di una terra che, da sempre, insegna che nulla si ottiene senza fatica e sacrificio.
Questa è piuttosto l’espressione di una nostalgia profonda: il segno malinconico di una comunità che rivendica un ruolo che va oltre l’economia, oltre il commercio, oltre le serrande abbassate.
Abbiamo perso la fantasia.
Quella forza creativa che ha reso grande l’Italia, nata proprio tra le mani dei piccoli: nelle botteghe, nei laboratori, nei negozi di provincia.
È da lì che è germogliato il Made in Italy:
la Ferrari da un garage a Maranello,
la Gucci da una bottega a Firenze,
la Benetton da un banco di maglieria a Treviso,
la Barilla da un forno a Parma.
E come loro, migliaia di altre storie.
Oggi quel “piccolo” si spegne, lentamente e silenziosamente, in tutte le città della provincia italiana, proprio là dove batte il cuore vero del Paese.
La chiusura dei piccoli esercizi non è solo un danno economico: è la perdita di identità, di presidio umano, di legame con il territorio.
Per questo Le scriviamo.
Da cittadini che hanno sempre rispettato profondamente le Istituzioni, Le chiediamo l’opportunità di un incontro:
per raccontarLe le nostre esperienze, ma soprattutto per condividere idee, visioni e proposte concrete.
Proposte per ricostruire non solo i muri, ma anche la speranza e l’energia creativa che ci hanno contraddistinto come Paese.
Con il Suo autorevole ascolto, queste idee potranno diventare traccia di una rinascita.
Anzi, di una nuova nascita.
Della fantasia.
Nel ringraziarLa fin d’ora per la cortese attenzione, Le porgiamo i nostri più cordiali saluti.
Teramo, 14 giugno 2025
Consorzio Shopping in Centro
Franca Labrecciosa – Osvaldo Di Teodoro


 
 