Ricostruzione, innovazione, ambiente, turismo, cultura, educazione, lavoro e sociale. I bambini che nasceranno hanno il diritto di poter vivere in Un’Altra Montorio…
Mi permetto di prendere in prestito (e spero non me ne voglia) le parole recitate da un blog teramano all’indomani delle ultime elezioni a Montorio, giustamente osannante un vittorioso Altitonante.
Il ricordo è ancora vivo di Francesca Persia e Maria di Domenico (di Tottea la prima e di Torricella la seconda) accompagnare in trionfo quell’eroe tornato dall’oltre Po che, dai palchi in festa di Piazza Orsini, annunciava rivoluzioni e dichiarava guerra a destra e…basta.
Ma Cosa è rimasto oggi di quei pomposi proclami dell’estate 2020?
L’interrogativo è quanto mai d’obbligo perché, a più di due anni dal suo insediamento, il nuovo corso politico di matrice meneghina sembra essersi dissolto come neve al “Duomo”, coprendo di imbarazzo anche i suoi più fedeli sostenitori, che si trovano oggi ad argomentare a fatica una difesa d’ufficio basata su feste e concerti estivi.
Sotto il profilo economico il territorio pare addirittura essere regredito da quel settembre 2020, anche a causa di una incomprensibile inerzia sulla ricostruzione post sisma, autentico cavallo di battaglia della campagna elettorale.
Quella stessa inerzia che i sindaci limitrofi (sia di destra che di sinistra) hanno rimproverato al Sindaco Altitonante persino sui temi sociali, tanto da spingerli ad un imbarazzante dietro front sullo spostamento della sede della Comunità Montana.
Montorio infatti, dopo una breve parentesi durata pochi mesi, è stata spogliata anche della sede dei servizi sociali (Ecad) per manifesto e riconosciuto immobilismo.
L’Ecad rappresenta il fallimento sui quei temi sociali tanto cari ad Altitonante ma, sfortunatamente per Montorio è solo l’ultimo di una serie di grossolani errori strategici e per certi versi incomprensibili proprio perché provenienti da un ex sottosegretario di Forza Italia della giunta regionale lombarda.
Si pensi anche al Bacino imbrifero montano dove Montorio (che ha espresso negli anni passati quasi sempre il Presidente) si è ritrovata in un primo momento a dichiarare di voler sciogliere l’Ente e poi, smentendosi da un giorno all’altro, ad elemosinare alla sinistra teramana una poltrona da assessore nell’Ente stesso (senza peraltro riuscirci).
Dulcis in fundo, per quanto concerne i temi ambientali, quel tanto odiato e mai neanche scalfito Ruzzo di Alfredo Grotta che, invece, decide di investire ben 55 milioni di euro sul potabilizzatore di Montorio al Vomano.
In questo quadro come dimenticare l’ex vice sindaco Raniero Barnabei, vero depositario del consenso montoriese, troppo utile per vincere ma forse non tanto per governare un’altra Montorio…sempre salvo emergenze.
Bellatrix Lestrange
