HomeTelodiceTopyElezioni: promossi, bocciati e trombati

Elezioni: promossi, bocciati e trombati

Conclusosi il giallo dall’attribuzione del sesto seggio al proporzionale della Camera dei deputati, che per tutta la giornata di ieri ha tenuto in apprensione e fiato sospeso non solo i due candidati; Sottanelli e la Di Padova, ma anche tutto lo staff elettorale dei partiti dove i due erano in lista, Azione e PD, il primo da capolista, la seconda al numero due.
Dopo una estenuante attesa, che in un primo momento tramite il gioco del flipper dei resti vedeva eletto Sottanelli, in serata il colpo di scena, che in base ai conteggi definitivi, l’eletto non era più il capolista di Azione, ma la numero due nella lista del PD. E’ stato cosi che il coriaceo Sottanelli dopo la bocciatura ottenuta nel 2018 con Scelta civica, si è ripetuto pur se riciclato da capolista in Azione, solo che questa volta a causa dell’incauto comportamento della sua segreteria, per come si è sviluppata la vicenda, il buon Giulio, più che del bocciato ha fatto la figura del trombato.


Bene è andata per la brava e tenace Stefania Di Padova, che nonostante il PD abruzzese si sia attestato ben tre punti sotto dalla media nazionale, pur se sul filo di lana è riuscita a conquistare lo scranno da Deputata. Questa vicenda smentisce nei fatti che la cancellazione del collegio elettorale della provincia di Teramo, non comporta che il territorio non possa essere rappresentato in Parlamento, perché nella realtà, in base alla legge elettorale in vigore, il tutto dipende dalla volontà dei partiti nel comporre le liste. Se fosse dipeso dal sottoscritto, la Di Padova la avrei posizionata capolista, perché un partito come il PD, in una provincia divisa in due collegi almeno in uno doveva garantire un eletto sicuro al 100%. 
Non parlerò dei promossi già prima del voto candidati in Abruzzo, ovvero di tutti i capilista dei partiti maggiori, solo un accenno al ri-promosso a priori D’Alfonso, che pubblicamente ringrazia con uno spot a pagamento i cosiddetti suoi 99.653 elettori, dimenticando che in lista vi erano ben altri cinque candidati di cui quattro non in posizione utile e tutto un partito che gli ha fatto la campagna elettorale.


Bocciato dagli elettori di sicuro è stato il forzista pescarese Sospiri, che da presidente del Consiglio Regionale è stato sconfitto all’uninominale nel collegio di Pescara dalla pentastellata Di Girolamo.
Grossa trombatura per Luigi D’Eramo che da segretario regionale della Lega e deputato uscente, si era piazzato a capolista al proporzionale alla Camera, ma a causa del crollo della lega non ha ottenuto i voti necessari per tornare a Roma. Chissà come si è fregato le mani nella giornata di ieri il pelato Bellachioma.
Stessa bocciatura per il voltagabbana Zennaro che eletto deputato nei 5Stelle nel 2018, a metà legislatura è passato alla Lega a questa tornata elettorale candidato in lista con D’Eramo.
Adesso pare che Zennaro si debba trovare un lavoro come pure l’ex ragazzo prodigio della politica abruzzese Camillo D’Alessandro, che da deputato uscente la eletto nel 2018 nel PD, passato a Italia Viva, si era piazzato a capolista al proporzionale al Senato in Azione, pare che nel prossimo futuro in Abruzzo avremo un commercialista in più. 

A livello nazionale cosa dire ? 
A Roma si è chiusa la carriera parlamentare della Bonino battuta dalla candidata di FDL all’uninominale al Senato, lei che per decenni pur militando in un partito con bassissime percentuali di consensi, al pari della buonanima di Pannella, era sempre riuscita a rientrare in Parlamento. 
A Bologna l’eccentrico Sgarbi è stato battuto dal più che navigato Casini, mentre una sonora bocciatura che secondo me è una vera trombatura, l’ha ottenuta il capogruppo del PD al Senato Marcucci che candidato in un collegio ritenuto sicuro, gli elettori non gli hanno perdonato la sua ambiguità, che da renziano della prima ora, sia rimasto come infiltrato nel Partito Democratico.


Non per ultimo Di Maio, che più che trombato, si è politicamente suicidato, lasciando i 5Stelle per ovviare al limite della seconda candidatura, dalla sera al mattino ha fondato un nuovo partito, valutando erroneamente che l’aver fatto per tre volte il ministro in tre governi diversi gli avrebbe garantito la rielezione. Da oggi anche il buon Di Maio sarà costretto a trovarsi un lavoro, molto probabilmente valutando l’aria che tirerà nel prossimo futuro nel nostro Belpaese, lo cercherà da emigrante in qualche paese estero, cerando di trarre profitto dalle tante conoscenze acquisite con la carica di Ministro degli esteri.
In conclusione eletti e trombati a parte, questa elezione ha smentito almeno una volta, in tutto e per tutto l’aforisma di Andreotti: ” il potere logora chi non c’è l’ha “, perché tutti i partiti che sono stati al governo negli ultimi anni hanno perso voti, eccetto FDL della Meloni che è stato sempre all’opposizione.

Antonio Topitti

RELATED ARTICLES

LEAVE A REPLY

Please enter your comment!
Please enter your name here

spot_img

Most Popular

Recent Comments

davidedemario on L’antagonismo di Teheran