HomeCittàFinori scrive alla Gran Sasso: «Riconsegno gli impianti il 29» 

Finori scrive alla Gran Sasso: «Riconsegno gli impianti il 29» 

L’annuncio del gestore accende una flebile speranza di salvare la stagione ma potrebbe non bastare Intanto l’imprenditore chiede i danni agli enti regionali che hanno negato la proroga per la cabinovia

Nuova puntata della telenovela Prati di Tivo: il gestore (scaduto) Marco Finori ha manifestato la volontà di riconsegnare gli impianti, intanto ha presentato un ricorso al Tar contro vari enti chiedendo il risarcimento dei danni per la negata proroga a tenere aperta la cabinovia oltre il 23 settembre. Scrive Adele Di Feliciantonio sul Centro.
In una e-mail inviata dai propri legali alla Gran Sasso Teramano (Gst) Finori ha manifestato l’intenzione di riconsegnare le attrezzature entro il prossimo 29 novembre, dopo aver disertato due convocazioni da parte del liquidatore della Gst Gabriele Di Natale. È una data a ridosso dell’udienza del 25 novembre sul decreto ingiuntivo da 230mila euro presentato dal gestore avverso la Gst «per lavori di manutenzione e rimborso spese assicurative rimaste insolute», spese che secondo la Gst «sono state regolarmente pagate». Il tutto in attesa dell’udienza del 23 febbraio dinanzi al giudice civile sul bando di vendita degli impianti.


«Finalmente siamo riusciti ad avere una disponibilità alla riconsegna da parte del gestore», commenta Di Natale, «attendiamo che ci comunichi la data per effettuare il sopralluogo». Una notizia che accende una flebile speranza di salvare la stagione, anche se gli impianti sono senza gestione, hanno bisogno di manutenzioni e c’è necessità di mettere in sicurezza le piste con la manutenzione degli Obelix, che si è fermata per il maltempo.
Ma intanto Finori ha aperto un nuovo fronte giudiziario: è di ieri la notifica del ricorso al Tar Abruzzo contro la Regione, l’Agenzia regionale di protezione civile – servizio prevenzione rischi e il Coreneva e nei confronti di Comune di Pietracamela, Asbuc di Pietracamela, Provincia, Gst e Prefettura dove si chiede «l’annullamento della nota dell’Agenzia regionale di Protezione civile del 20 settembre 2020 e il verbale 82 del 19 settembre 2022 del Coreneva e tutti gli atti connessi e conseguenti, nonchè il risarcimento di tutti i danni subiti e subendi dalla società ricorrente a seguito dell’illegittimità dei provvedimenti impugnati». Finori laveva l’autorizzazione a far girare la cabinovia fino al 23 settembre e aveva richiesto una proroga agli enti regionali competenti, ma gli è stata negata. Sorpresa per la chiamata in causa la Gst. «Non capisco perché è stata tirata in ballo la società quando si richiedono i danni ad altri enti», conclude Di Natale, «è l’ennesima provocazione e azione ostruzionistica per creare difficoltà al territorio e a una società già in liquidazione».

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