




Edifici abbandonati, aree dismesse, enti scomparsi dirottati verso altri lidi.
Sono il tema di una mostra fotografica-denuncia dal titolo “Teramo interrotta”, organizzata da Osvaldo Di Teodoro del gruppo d’opposizione Cittadini in Comune e inaugurata stamani in uno dei locali commerciali al 113 di Corso San Giorgio. Presente la candidata sindaca del Terzo Polo Maria Cristina Marroni e il consigliere Giovanni Luzii.
E’ lungo l’elenco della Teramo abbandonata e dimenticata. Scheletri ingombranti in attesa di una nuova vita, “promessa dall’attuale maggioranza – ci dice Di Teodoro – e mai realizzata. Un percorso di recupero urbano mai cominciato nonostante i proclami elettorali”.
“Non tutti i siti sono di competenza del comune, sottolineano gli organizzatori, ma è comunque mancata quell’azione di stimolo per riqualificare e riconsegnare ai cittadini aree importanti della città”.
Un sit in di risveglio della memoria. L’elenco è davvero lungo, dagli edifici di proprietà Asl, come il vecchio manicomio, l’Ospedaletto di via Taraschi l’intero comparto di contrada Casalena, agli asili come quello di via Masci, ai capannoni di via orto Agrario, e tanto altro ancora. Tutti siti documentati da una raccolta fotografica a disposizione di chi volesse farsi un’idea della Teramo che non c’è più.
Non solo edifici, tuttavia. E’ lungo anche l’elenco degli enti perduti che fanno di una città capoluogo l’essenza stessa della sua esistenza. Dalla Camera di Commercio al Mediocredito Regionale al Consorzio per lo sviluppo Industriale. Pezzi di economia e di “peso specifico” collocati altrove.
Il risultato di una politica locale debole incapace dei difendere il proprio territorio.
Enrico Squartini
