IL calcio teramano non è finito, perché ha avuto subito la forza e il coraggio di risorgere, nonostante il truce assassinio commesso dal tandem Jakini-Ciaccia . Non è morto perché grazie a tanti piccoli imprenditori che unendosi in solido, hanno costituito una nuova società e allestito una discreta squadra in brevissimo tempo dal momento che la Teramo Calcio 1913 di fatto è andata in fallimento .
La nuova società denominata SSD Teramo Calcio , avrebbe sicuramente potuto giocare in serie D anziché ripartire dalla Promozione, se il tandem Jakini-Ciaccia non si fosse ostinato a fare opposizione a quanto deliberato dalla FIGC, con inconsistenti ed inutili ricorsi al TAR, che hanno fatto perdere solo tempo alla nuova società ai fini dell’iscrizione alla federazione, mentre nel frattempo venivano stabiliti i calendari delle serie superiori . Quando le sentenze sono state sancite, come da facile previsione, tutte a sfavore dei ricorrenti, unica serie disponibile in cui la SSD Teramo poteva iscriversi era al campionato di Promozione.
Che il calcio teramano è vivo e vegeto oltre che a livello giuridico societario, ma soprattutto a livello sportivo, lo si è dimostrato sabato scorso quando al suo debutto al Pigliacelli di Montorio ha disputato una pimpante partita, alla quale hanno assistito quasi mille irriducibili tifosi con il Sindaco Gianguido D’Alberto e il neopresidente Eddy Rastelli a capo, che non hanno mai smesso di incitare la squadra per tutti i 90 minuti di gioco.
Ciò detto, nonostante quanto il buon Gianguido ha fatto per il calcio cittadino, per scopi prettamente elettorali si sta sviluppando e portando avanti una campagna stampa diffamatoria nei suoi confronti, imputandogli colpe e responsabilità sulla chiusura dei battenti della vecchia società a seguito della cattiva gestione Jakini-Ciaccia. Il tutto come giusto che sia, perché il primo cittadino con rispetto ed educazione si comportò da anfitrione alla venuta dei fratelli Ciaccia a Teramo, a seguito della cessione della maggioranza delle azioni societarie in loro favore da parte di Jakini. Inoltre lo si accusa di aver promesso al Jakini mare e monti quando questi nel 2019 era in trattative con Campitelli sull’acquisto del Teramo calcio 1913.
Non perché il sottoscritto conosce non da oggi molto bene la statura morale del nostro Sindaco, ma per il semplice fatto che neppure il più spregiudicato o più sprovveduto dei politici, avrebbe mai promesso a priori, ad un imprenditore-prenditore quello che Jakini rivendica, ovvero un PEF che comprendeva: la concessione della gestione dello stadio Bonolis fino al 1980, corsie preferenziali per le autorizzazioni amministrative alle realizzazione di un albergo e di vari campi da padel a Piano D’Accio e non ci è dato sapere cos’altro. Chiunque abbia un minimo di esperienza e mastichi un poco di politica, sa bene quanto ardui e complessi sono gli iter amministrativi, quando la competenza sulle decisioni, oltre che al sistema burocratico, spetta alle deliberazioni del Consiglio Comunale. Secondo le tesi di questi delatori, nella sostanza sembrerebbe che il tandem Jakini – Ciaccia siano solo delle teste di legno e che gestissero la Teramo Calcio 1913 per nome e per conto del Sindaco di Teramo e non loro i veri titolari.
Traslando questi tesi all’economia e al sistema produttivo, per chiunque sarebbe lecito affermare che, ogni qualvolta in un territorio una fabbrica chiude per fallimento, la colpa è del Sindaco di quella realtà, prescindendo dalle responsabilità dei proprietario o del presidente e dei consiglieri di amministrazione che la hanno gestita e diretta. A Teramo, la realtà è che l’imprenditore-prenditore Jakini nel settore sportivo ha fallito, pur se in passato in altri settori gli è andata bene avendo le adeguate coperture, al momento in cui queste sono venute a mancare, esso non è stato in grado di raggiungere gli obbiettivi ambiti e prefissati, nella fattispecie penso sia lecito traslare quanto teorizzato e scritto
nel “ Principe “ da Machiavelli in rapporto al Principato: l’impresa realizzata con le proprie forze, sarà dura a perdersi e a disfarsi , mentre facile a perdersi e disfarsi sarà, quella facilmente realizzata con le forze altrui .
Che il Killer del Teramo Calcio 1913 con la cessione della maggioranza delle azioni ai Ciaccia è stato Jakini è un dato inconfutabile, mentre tutte le assurde ed ipotetiche accuse al Sindaco D’Alberto sono indimostrabili, essendo esse inconsistenti e non vere.
Antonio Topitti
