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IL NUOVO OSPEDALE VERSO PIANO D’ACCIO. L’INCONTRO-SCONTRO TRA CITTADINI E PROMOTORI INDICA UN’UNICA DIREZIONE 

La sanità del futuro passa per la realizzazione di una rete ospedaliera nel territorio di competenza. Un Hub, ovvero un ospedale attrezzato per le patologie più gravi, come ictus, cardiopatie e politraumi, e altri ospedali “satelliti”, più vicini alla medicina territoriale.
Un’esigenza che nasce dalla necessità di avere attrezzature e spazi sempre più adeguati che riducano i tempi d’intervento e che siano particolarmente attrattive verso gli addetti ai lavori. Strutture funzionali e all’avanguardia – uno dei concetti espressi – che attirino medici e operatori sanitari di livello a tutto vantaggio della popolazione locale.

 La vita del Mazzini di Villa Mosca continuerà, hanno aggiunto i promotori. Vi rimarranno i servizi di radiologia, analisi, riabilitazione, allergologia e corsi di laurea infermieristica.

Sono queste in sintesi le motivazioni che hanno spinto la Asl provinciale e la Regione a pianificare la costruzione di un nuovo ospedale in provincia di Teramo. E la scelta di Piano d’Accio, al momento da parte della politica sembra irrevocabile, sulla base – si è detto – degli studi fatti sui tanti aspetti che ruotano intorno a opere di questo livello.

I particolari dell’intera operazione sono stati illustrati nel pomeriggio presso la sala convegni della Camera di Commercio di Teramo nel corso di un incontro tra le parti interessate. Presenti anche rappresentanti del Comitato pro Mazzini e comuni cittadini, sostenitori dell’adeguamento del “vecchio” Mazzini di Villa Mosca.

Ciascuno con un proprio intervento, si sono alternati la presidente della Camera di Commercio Antonella Ballone, l’assessore alla sanità regionale Nicoletta Verì, Maurizio Di Giosia, direttore della Asl teramana, Claudio D’Amario, direttore del Dipartimento regionale Salute, il sindaco di Teramo Gianguido D’Alberto e l’ingegnere Raffaele Di Gialluca dello studio Prometea, redattore di uno dei primi esempi di progettazione.

Il fulcro del dibattito si è basato tutto sulla destinazione della nuova realtà sanitaria teramana. Il sindaco D’Alberto ha chiesto di sapere quali sono le motivazioni che escludono dalle scelte il sito di Villa Mosca e ha ribadito l’assoluta necessità che l’ospedale principale rimanga nel territorio teramano. 

I CITTADINI SIANO PROTAGONISTI DELLE SCELTE

Sulla realizzazione dell’ospedale a Piano d’Accio,  pareri critici sono stati espressi anche da alcuni addetti ai lavori. Siriano Cordoni, medico in rappresentanza anche di vari comitati, ha sottolineato come sia più importante migliorare il sistema sanitario abbattendo le barriere burocratiche. “Investire sui medici di base affinchè l’ospedale sia l’ultimo dei traguardi necessari al paziente. Ospedali più snelli, meno affollati, per una sanità più efficiente”. 

Sulla scelta del sito, ha aggiunto Cordoni, “è necessario fare studi urbanistici, sociologici e soprattutto confrontarsi con i cittadini, che hanno il diritto di conoscere quali prospettive future per la  città”. Cordoni ha ricordato inoltre la petizione firmata da migliaia di teramani a favore del sito esistente. 

Non sono mancate polemiche sull’impossibilità di accedere a studi di comparazione tra le varie soluzioni, vulnus che non ha consentito all’opinione pubblica di farsi un’idea ed esprimere un parere.

QUALI FONDI PER IL NUOVO OSPEDALE?

La problematica relativa ai finanziamenti, al momento insufficienti, è stata sollevata dagli esponenti del Comitato pro-Mazzini di Villa Mosca. L’argomento, affrontato soltanto su richiesta della platea a fine incontro, non è sembrato preoccupare più di tanto l’assessore Nicoletta Verì che lo ha liquidato affermando che “la provincia di Teramo ha un patrimonio immobiliare inutilizzato vastissimo e potrebbe rientrare nell’ambito di un’operazione con soggetti privati ai quali si aggiungono fondi già disponibili” Un project financing parziale, di fatto, che ha sollevato molte perplessità, alla luce di esperienze passate.

Siparietto finale di Marco Battestini , del Comitato Provinciale Centrale che ha sostenuto una terza soluzione, un hub da fare a Mosciano. Il sindaco di Teramo D’Alberto, ha ribadito che la centralità del capoluogo in un’operazione di tale importanza non è in discussione.

E a questo proposito è proprio del comune, che ha la potestà in materia di urbanistica nel suo territorio, il compito di prendere una posizione vincolante sulla idoneità della scelta. Lo vedremo in uno dei prossimi consigli comunali, quando sarà obbligatorio giocare a carte scoperte.

Enrico Squartini

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