

Queste elezioni politiche verranno vinte dal Partito della Pagnotta e a perderle sarà il Partito dei Turatori di naso.
Chi sono?
I Turatori di naso sono quelli che ce lo chiede l’Europa, quelli che siamo Atlantici, che gli USA non sono d’accordo, che gli altri sono amici di Putin, di Orban, della Cina e del diavolo, quelli che sì al riarmo o no al riarmo, quelli che tornano i fascisti e l’Italia sprofonda, quelli che oddio che ne sarà dell’aborto, del nucleare, dei diritti LGBTQ+.
Quelli, insomma, che una volta erano gli ideologizzati.
Il Partito della Pagnotta, dall’altra parte della barricata, è fatto dai secolarizzati, da quelli fluidi che votano Letta o Meloni senza più imbarazzo alcuno.
I pagnottari sono i pragmatici che pensano alle loro tasche, alla loro bottega, alla loro tavola da pranzo.
Se mi percepisco povero e dubito di trovare un lavoro, voto per chi mi dà il reddito di cittadinanza.
Se sono un imprenditore, voto Calenda o Salvini.
Se anelo alla pensione, voto per chi promette di mandarmici.
Se mi sento insicuro nel mio quartiere, voto per chi promette sicurezza.
Se non sopporto il peso delle bollette elettriche e del gas, voto per chi con i rigassificatori mi promette di abbatterne il costo.
Se vivo di rendita e abito in centro storico, voto per gli ambientalisti o per il PD, che promette di mantenere lo status quo.
I complotti e le chiacchiere sui massimi sistemi sono roba per i Turatori di naso, per gli intellettuali, per i filosofeggianti inventori di narrazioni.
Il Partito della Pagnotta pretende concretezza, concisione, targettizzazione dell’offerta, primazia dell’utile e del particolare di ciascuno, piuttosto del “bene pubblico” che è un concetto astratto privo di declinazione, specie quando manca il pane in tavola e si deve scegliere fra accendere i riscaldamenti e comprare un etto di mortadella.
C’è qualcuno che continua, sbagliando, a parlare di un terzo partito, quello dell’Astensione.
Che non esiste.
Perché non vota.
E quindi si accontenta di subire.
È passivo.
Prende la vita come gli viene.
Il Partito della Pagnotta no, ha fame e vincerà, senza ammuffite ideologie.
Ipàzia
