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Luca e Cristian, 17 chiamate prima del silenzio: i familiari chiedono chiarezza sui soccorsi

Gran Sasso, i legali delle famiglie Perazzini e Gualdi chiedono chiarimenti sul mancato uso dell’elicottero Caesar

Prosegue il percorso giudiziario legato alla tragica morte di Luca Perazzini e Cristian Gualdi, i due alpinisti deceduti sul Gran Sasso lo scorso dicembre. I legali delle famiglie hanno depositato nei giorni scorsi alla Procura di Teramo una nuova integrazione all’esposto, chiedendo ulteriori accertamenti sulla gestione dei soccorsi.

In particolare, l’attenzione si concentra sulla possibile mancata attivazione dell’elicottero HH-101A “Caesar”, un mezzo di ultimissima generazione in dotazione all’Aeronautica Militare, capace di operare anche in condizioni meteo avverse e in orario notturno. I legali vogliono sapere se, il 22 dicembre 2024, chi aveva il coordinamento delle operazioni abbia mai richiesto ufficialmente l’intervento del Caesar.

Secondo la ricostruzione, i due escursionisti erano esperti e ben attrezzati. Grazie al GPS di Gualdi, la loro posizione era stata tracciata con precisione già poco dopo il primo allarme, lanciato alle ore 14:56. Le comunicazioni con i soccorritori – ben 17 telefonate – si sono protratte fino alle 18:56, in una fascia oraria in cui, secondo i familiari, le condizioni meteo erano ancora favorevoli per un eventuale salvataggio.

I corpi senza vita dei due alpinisti saranno recuperati solo cinque giorni dopo, il 27 dicembre. Da qui, la richiesta alla magistratura teramana di verificare eventuali omissioni e chiarire se, tra le opzioni disponibili, sia stato preso in considerazione il possibile impiego del Caesar.

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