Che sulla questione Ruzzo vi sia stata sintonia ed univocità di vedute è fuori discussione, così come penso che la cosa possa ripetersi al Bim per la elezione del nuovo Presidente, a causa delle dimissioni di D’Alonzo dovute da una improvvida gestione per non dire forse oltre il consentito dalla legge.
Esempi ve ne sono a iosa nel nostro Paese, dalle Alpi a Pantelleria, dalla Val D’Aosta alla punta del Salente, ma che questo si trasformi addirittura in una alleanza politica per la riconferma di D’Alberto a sindaco di Teramo nel 2023, non solo ce ne corre, ma nella fattispecie non sta né in cielo né in terra.
Il ragionamento non regge perché i nomi citati che starebbero portando avanti questa operazione nell’area della sinistra Teramana, non solo non avrebbero nessun seguito, ma rischierebbero di essere infilzati con le picche dai propri elettori e compagni di area. Stessa cosa vale per quelli di Forza Italia, soprattutto per la figura di Francesca Persia, che da coordinatrice provinciale di Forza Italia si ritroverebbe a dover fare una aperta alleanza con il centrosinistra cittadino in netto contrasto con la linea politica del partito locale e nazionale, dove in tutti gli altri comuni della provincia il partito di Berlusconi è posizionato sul fronte opposto, come a livello regionale che nazionale.
Cerchiamo di stare tutti con i piedi per terra, analizziamo i fatti e riportiamoli per quelli che sono, cercando di non confondere le lucciole con le lanterne e non confondiamo un rapporto di collaborazione temporanea su questioni specifiche temporanee, in caso di rapporto amoroso denominato flirt, in matrimonio, cosa molto, ma molto più impegnativa e duratura nel tempo.
Antonio Topitti
