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Nuovo Ospedale. D’Alberto: “Futuro preoccupante su realizzazione e livello”

Il comunicato:

In questi giorni si è tornato a parlare del nuovo ospedale di Teramo e, purtroppo, le dichiarazioni rilasciate dal presidente della Commissione regionale sanità e, di fatto, responsabile principale della politica sanitaria teramana, non possono che preoccuparci ulteriormente in quanto rappresentano l’emblema della confusione del centrodestra su un tema fondamentale per la salute dei cittadini. Il consigliere Gatti non ha fatto altro che confermare come i soldi per realizzare il nuovo ospedale ad oggi non ci siano, sconfessando di fatto le stesse roboanti dichiarazioni formulate in più di un’occasione. A disposizione la Regione avrebbe solo 81 milioni di euro e le somme che sarebbe pronta a reperire su presunti canali di finanziamento, di cui ad oggi non si ha contezza, farebbero “lievitare” le risorse disponibili al 40% della somma totale necessaria. Di fatto le “ulteriori” risorse che il centrodestra avrebbe trovato andrebbero a coprire, al massimo, i 40 milioni che la Regione aveva spostato altrove”.

Così il Sindaco di Teramo Gianguido D’Alberto che torna sulla questione del nuovo ospedale del capoluogo, di livello provinciale, esprimendo tutte le sue preoccupazioni sulla realizzazione dell’opera.

Al di là del merito e del contenuto delle dichiarazioni del consigliere Paolo Gatti, è evidente a tutti che ad oggi si va nella direzione di realizzare non un nuovo ospedale ma un mero ampliamento di quello esistente – prosegue il primo cittadino – perché se procedere per lotti è comprensibile,  non lo è non avere alcuna idea di dove reperire la copertura integrale dell’intervento. Il rischio è infatti di realizzare l’opera solo in parte, vista la totale incertezza su finanziamenti e tempi, con tutto ciò che questo comporterebbe. E non mi fa certamente piacere dover trarre queste conclusioni, perché la nostra unica priorità è che i soldi a disposizione restino su Teramo e vengano spesi bene. Per questo invito il consigliere Paolo Gatti, invece di preoccuparsi di opere interamente finanziate e che a dispetto di quanto sostiene procedono nel rispetto dei tempi, a impegnarsi attivamente con la sua maggioranza regionale a reperire le necessarie risorse per l’ospedale della città capoluogo”.

Una questione, quella relativa alla realizzazione del nuovo ospedale di Teramo, che per il primo cittadino è strettamente connesso anche all’individuazione degli ospedali di secondo livello, che come previsto dal Piano di riorganizzazione della rete ospedaliera, dovrebbe avvenire entro la fine di quest’anno.

Ancora una volta si gettano le basi per penalizzare Teramo e la sanità teramana, l’unica totalmente pubblica su tutto il territorio regionale – aggiunge il Sindaco – anche in questo senso, dunque, a fronte della perdurante mancanza di informazioni e comunicazioni sul percorso che si sta effettuando e della necessità, al contrario, della piena trasparenza in merito a decisioni che impatteranno sul diritto alla salute dei cittadini, vorremmo sapere dalla Regione quali azioni sono state messe in campo per l’individuazione dei DEA di secondo livello. Nei mesi scorsi abbiamo appreso, in risposta a un’interpellanza presentata dal consigliere Dino Pepe, insieme ai colleghi Giovanni Cavallari e Sandro Mariani, che l’Agenzia sanitaria regionale avrebbe finalmente rimesso lo studio di fattibilità per la riallocazione delle discipline di alta specializzazione, studio di cui continuiamo a non avere contezza e che dovrebbe costituire l’atto sulla scorta del quale individuare definitivamente, entro dicembre 2025, il processo di riallocazione delle discipline di alta specializzazione. Ma ad oggi di quello studio di fattibilità non è dato sapere alcunché”.

Una questione che, rileva ancora il primo cittadino, “non è certamente di secondaria importanza. E lo conferma quanto previsto dallo stesso DM 70, che stabilisce espressamente le discipline specialistiche che saranno presenti nei presidi ospedalieri di primo e secondo livello. La perdita delle attuali specialità, in particolare, produrrebbe per il nostro territorio, l’unico che può vantare l’esclusività della sanità pubblica, un’esplosione della mobilità passiva, soprattutto a fronte di una situazione che già oggi vede i residenti delle aree di confine gravitare sul pescarese e sull’ascolano”.

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