La recente decisione della Corte d’Appello, che ha accolto la richiesta di sospensiva della sentenza di primo grado restituendo – almeno temporaneamente – la gestione degli impianti di Prati di Tivo e Prato Selva alla GST, impone un cambio di passo nella gestione della vicenda.
Fino al 16 settembre, data fissata per l’udienza d’appello, la prudenza dovrebbe essere il principio guida dell’amministrazione provinciale. Lo chiediamo ancora una volta, come gruppo di Minoranza: basta proclami e promesse non mantenute. Il Presidente della Provincia aveva annunciato con entusiasmo la ripartenza del sistema per il 5 luglio, un termine smentito dai fatti e dalla giustizia.
Nel frattempo, resta un dovere imprescindibile per l’ente proprietario assicurare la manutenzione degli impianti, come previsto dalla convenzione tra Provincia e gestore. È un obbligo non solo formale, ma sostanziale: la sicurezza e la funzionalità delle strutture sono condizioni irrinunciabili per qualunque futuro sviluppo turistico.
Non dimentichiamo che le risorse economiche per il posizionamento degli “obèlix” – strumenti fondamentali per la prevenzione del rischio smottamenti – sono già state stanziate dall’amministrazione precedente. Sono fondi disponibili, ma ancora inutilizzati, e la Provincia non può continuare a sottrarsi a questo compito di responsabilità.
Questi 90 giorni devono servire a trovare una soluzione definitiva, condivisa e rispettosa delle aspettative dei cittadini teramani, che da troppo tempo sono privati del pieno accesso al patrimonio montano. Se coinvolti, come gruppo consiliare, siamo pronti a contribuire in modo costruttivo al percorso di restituzione e rilancio di Prati di Tivo e Prato Selva.
La forza del Territorio