E’ il momento delle scelte da parte dell’attuale amministrazione comunale su quale sarà il futuro della sanità teramana. Villa Mosca, come è il desiderio di tantissimi teramani che si sono espressi attraverso una petizione, o Piano d’Accio, come è nelle intenzioni della Regione.
La conferenza stampa di martedì scorso indetta dalla Asl teramana e da funzionari regionali presso la Camera di Commercio, sembra non lasciare dubbi sulle preferenze dei promotori. Il sito di Piano d’Accio è il migliore tra quelli esaminati, senza se e senza ma. Motivi tecnici, geologici e strutturali, illustrati dagli ingegneri preposti, alla base della decisione.
Poco si sa, tuttavia, se analoghe condizioni avrebbero potuto trovarsi in altri siti e ancora meglio in quello già esistente di Villa Mosca, con un notevole risparmio di soldi.
La visione di questi studi, se pure esistono, sembra inaccessibile.
Soldi, già. Per il sito di Piano d’Accio mancano più di 200 milioni, un buco difficilmente colmabile. L’intervento della Cassa Depositi e Prestiti sembra una soluzione non perseguibile, visti i bilanci della Asl teramana che, pare, non offrano garanzie sufficienti, nè sarebbero disponibili i fondi europei i quali prevedono un utilizzo delle risorse per una sanità diffusa su tutto il territorio e non mirati su un’unica operazione.
Rimane la carta dell’intervento privato, come sottolineato nel corso della conferenza stampa dall’assessore alla sanità abruzzese Nicoletta Verì. “La provincia di Teramo, ha affermato, gode di un patrimonio immobiliare inutilizzato per diversi milioni di euro, potrebbero rientrare nell’operazione”.
L’esegesi del pensiero della Verì, porta a pensare che quel patrimonio diventerebbe merce di scambio con le imprese private. Una specie di “do ut des” che, viste le esperienze passate vissute col project financing dei parcheggi del sito di Villa Mosca, un cattivo esempio di “arte a perdere” da parte della Asl e sulla quale scriveremo tra qualche giorno, sembra una soluzione da evitare.
C’è inoltre un ricorso al TAR ancora pendente che, comunque, pare non turbare i sogni degli sponsor di Piano d’Accio.
L’ultima parola, tuttavia, è del consesso comunale teramano, il quale ha la potestà insindacabile in materia di scelte urbanistiche. Sull’argomento è in scaletta un consiglio comunale straordinario. Ci sentiamo di fare noi una proposta all’attuale amministrazione. Si faccia in un luogo pubblico, veramente aperto all’attenzione di tutta la cittadinanza. Si escludano le sedi istituzionali, il Parco della Scienza o l’obbrobrio dell’Ipogeo. Due luoghi distanti dall’idem sentire della teramanità. Si faccia a piazza Martiri della Libertà, il vero Agorà della città. E il sindaco D’Alberto scopra con chiarezza le intenzioni della sua maggioranza una volta per tutte.
Enrico Squartini
