A spoglio ultimato e risultati acquisiti delle elezioni politiche svoltesi il 25 scorso, sul web sono subito comparsi articoli con in oggetto le future amministrative del prossimo anno al Comune di Teramo, con valutazioni ed ipotesi della riconferma o meno da parte dell’elettorato di D’Alberto in base ai risultati ottenuti dai partiti alle elezioni di domenica .
Io da anni sostengo la tesi che ogni tornata elettorale ha storia a se, prescindendo dalle consultazioni svoltesi in anni precedenti, perché con il passare del tempo le cose mutano, i problemi non sono sempre gli stessi , condizionando non poco gli umori e l’orientamento dell’elettorato. Questo vale sia quando trattasi dello stesso tipo di elezioni , ma ancora di più se le elezioni in argomento sono di diversa natura, un conto sono le elezioni politiche, altro quelle europee e altro ancora sono quelle amministrative, soprattutto nella nostra era nella quale sono venuti a mancare i riferimenti ideologici. Certo c’è in ogni partito una base di elettorato fidelizzato, il cosiddetto zoccolo duro, che con costanza continua a votare allo stesso modo, ma è risaputo che a determinare sconfitte e vittorie è quella parte fluttuante del corpo elettorale che di volta in volta sceglie e decide quale partito votare .
La nostra storia ne è piena di esempi pratici, sia al tempo della Prima Repubblica che in quelle che si sono succedute dal 1992 in poi. Riporto come primo esempio le elezioni europee del 1984, ove sull’emozione per la tragica scomparsa di Berlinguer ( effetto Berlinguer) a quella consultazione svoltasi a distanza di meno di una settimana dai funerali, il PCI con il 33,3% risultò il primo partito del paese superando seppur di poco la DC che si attestò al 32,96%, mentre solo tre anni dopo, alle politiche del 1987 il PCI crollò al 26,57 uno dei risultati peggiori della sua storia. Esempi recenti ve ne sono parecchi in rapporto a tutti i partiti, basta citare il risultato del PD diretto da Renzi, che alle europee del 2014 aggiunse il 40,8 dei consensi, ma alle politiche del 2018 crollò al 18,7%, non per ultimo la Lega di Salvini che alle europee del 2019 prese il 34,26% dei consensi, mentre alle politiche di tre giorni fa ha raccolto un misero 8,9% un quarto dei consensi presi solo di tre anni fa .
E’ storicizzata la differenza di voto anche quando si vota nello stesso giorno per consultazioni diverse, Regione , Provincia e Comune una volta, oggi solo per i primi due enti, i dati di consensi ai partiti non sono mai conformi, ma sempre differenti perché l’elettore è condizionato dalle figure dei candidati, a Presidente di Regione o a Sindaco, che dai candidati consiglieri. Per esempio per le elezioni comunali saltano tutti i parametri di appartenenza politica e partitica, perchè sul territorio si scatenano a cercare voti una esercito di candidati consiglieri, nel comune di Teramo circa 600 ad ogni tornata, condizionando non poco la scelta di tutta la propria parentela e il giro di amicizie .
A mio avviso il dato delle ultime elezioni politiche, può essere utile a chi si deve cimentare alle prossime amministrative cittadine, a valutare che tipo di alleanze sia più utile fare, e cercare accordi con partiti e movimenti con i quali vi è più affinità, con l’obbiettivo primario di evitare il ballottaggio e cercare vincere al primo turno.
Consiglio al Sindaco Gianguido D’Alberto che si è già candidato al secondo mandato, avendo già ricucito la frattura delle scorse elezioni con Bella Teramo inserendo Cavallari in giunta con la carica di vicesindaco, a rafforzare i rapporti con l’area di Di Dalmazio e di tutte le altre forze civiche del territorio orientate a sinistra, ma soprattutto ad intavolare sin da subito una discussione con i 5Stelle al fine di stabilire una proficua alleanza, che con il valore aggiunto della propria personalità, avrà tutti i numeri per essere riconfermato al primo turno.
La stessa cosa deve fare il centrodestra, che dovrà coalizzare tutte le forze in campo di area, cosa non semplice ma fattibile.
Antonio Topitti
