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REGIONALI 2024. SOTTO L’ALBERO DI NATALE CAMBI DI SQUADRA “SALVASEGGI” E SONDAGGI PROPIZIATORI

Mancano settantatre giorni alla tornata elettorale del 10 marzo. I candidati alla presidenza, Marco Marsilio per il centro-destra e Luciano D’Amico, lo sfidante espressione del campo largo anzi larghissimo, PD, M5S, Italia Viva e Azione, con un occhio ai sondaggi e l’altro alle liste si preparano allo scontro finale. Tra una fetta di panettone e l’altra i candidati hanno cercato nuove alleanze e rinforzato le liste civiche, subdoli espedienti “acchiappavoti”.

Periodo festivo non certo privo di sorprese, in particolare sulla riva del centro-destra, dove si registrano alcuni cambi di casacca. Caterina Provvisiero, esponente di Futuro In, è traslocata in Forza Italia. Dietro l’addio, nonostante le dichiarazioni edulcorate rilasciate alla stampa, ci sarebbe il risentimento per la candidatura alle regionali di Marilena Rossi, coordinatrice provinciale di FDI, circostanza che le avrebbe di fatto precluso la via dell’Emiciclo. Tuttavia per la Provvisiero nulla è perduto. L’opportunità di concorrere alla consiliatura regionale le è arrivata da Forza Italia su “invito” del senatore Nazario Pagano. Occasione colta al volo in nome “dei valori e delle radici comuni” come ha dichiarato la stessa neo-forzista.

CATERINA PROVVISIERO E FRANCESCA PERSIA. CAMBIO DI SQUADRA PER ENTRAMBE IN VISTA DELLE REGIONALI

L’arrivo della Provvisiero, in una specie di effetto domino, ha provocato qualche scossone tra gli stessi berlusconiani. In particolare – si sottolinea nell’ambiente – nella forzista, ormai ex, Francesca Persia. L’imprenditrice data per probabile candidata non avrebbe gradito il nuovo arrivo – troppe due donne nella stessa lista, avrebbe confidato – e con armi e bagagli si è trasferita in Azione Politica, lista civica in area Lega. Accolta a braccia aperte dal presidente Gianluca Zelli e dal coordinatore provinciale Alessandro Recchiuti si saprà presto se anche lei sarà in corsa per le regionali.

Ancora in area Lega, strada in salita per il consigliere uscente Pietro Quaresimale. In Abruzzo i salviniani non godono di gran salute. Nel migliore dei casi si attesterebbero intorno al quattro/cinque per cento e occorrono circa dodicimila voti di lista complessivi per eleggere un consigliere. Fatti i conti col pallottoliere, Quaresimale dovrà darsi da fare e molto per recuperare consensi. Pesa sulle spalle del leghista anche la sua posizione a favore del decentramento a Piano d’Accio dell’ospedale Mazzini, operazione fortemente invisa alla maggioranza dei teramani e verso la quale non sembra vi siano stati ripensamenti. Per il centro destra il rischio dei “voti a perdere” dati alla Lega è alto.

Dopo un periodo di assenza dalla politica istituzionale rientra in corsa Paolo Gatti con Fratelli d’Italia. “Sarà la campagna elettorale migliore di sempre” ha annunciato nel corso della presentazione della sua candidatura. Le sue capacità personali e la buona salute di cui gode il partito, dovrebbero consentirgli di centrare il bersaglio.

È cominciata intanto la roulette dei sondaggi. Strumenti di marketing più che di informazione, ne gira uno in questi giorni commissionato dal Partito Democratico e pubblicato da Il Centro. Dà un sostanziale pareggio tra Marsilio e D’Amico, accreditati rispettivamente al 50,8 e al 49,2 per cento. “Smentita la vulgata che dà il centro destra in forte vantaggio” dice entusiasta il candidato di centro-sinistra Luciano D’Amico. Con una punta di ironia gli risponde il senatore Sigismondi di Fratelli d’Italia : “più che un sondaggio è una letterina a Babbo Natale”. Si vedrà.

La guerra dei numeri è appena agli inizi. Sempre meno rilevatori imparziali, sempre più messaggi subliminali, i sondaggi hanno assunto il compito improprio di influenzare l’inconscio degli elettori. Comunicare loro che nulla è perduto e si può ancora sperare. Uno espediente per tentare di limitare i danni, insomma, da prendere con un paio di lunghe pinze.

Ma alla fine quel che conta è la cabina elettorale. La scure sulla testa di tutte le previsioni. “E’ Cassazione”, si direbbe nello slang del procuratore Gratteri.

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