I Luoghi sono carichi di presenze, di passaggi, di echi che risalgono nella memoria.
In occasione dello storico recupero del fiore all’occhiello della nostra città, ho inteso suggerire alla Amministrazione il restauro della lapide affissa sul muro del Teatro, oggi totalmente illeggibile. La prestigiosa dicitura venne tratta da una Lettera che Gabriele D’Annunzio inviò al sindaco di Teramo nella quale espresse il suo amore alla città di Muzio Muzi e di Melchiorre Delfico:
La ruina del Teatro di Interamnia testimonia romanamente l’antica grandezza
Tale richiesta è già stata protocollata al Comune di Teramo (N° 77616 del 24/12/21) in quanto il valore umano, storico, simbolico, culturale, turistico e pertanto anche economico del Teatro Romano che si appresta a vivere il Nuovo Inizio di una primavera urbana, non potrà che arricchirsi ulteriormente dal sugello dannunziano, che sarà ulteriore volano di suggestioni letterarie collegando la città – con un tag scultoreo – alla rete nazionale dei numerosi studiosi e ammiratori di Gabriele D’Annunzio che gravitano attorno al fulcro del Vittoriale degli Italiani, presieduto da Giordano Bruno Guerri già intervenuto a Teramo in diverse occasioni.
Come ottimamente sostenuto e promosso dalla rivista Cultura e Identità, anche il patrimonio archeologico del nostro territorio nazionale dovrà essere inserito in circuiti e reti di promozione e tutela, cavalcando gli strumenti digitali delle interconnessioni, perché il futuro ha radici profonde.
Per l’occasione è nato anche un gruppo su Facebook
Pietro Ferrari