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Scuola De Albentiis, salta il bando per la ricostruzione, mancano documenti. Memoria corta o inefficienza?

La mancata presentazione dell’Ape, l’attestato che certifica la classe energetica di un edificio e lo studio di vulnerabilità, lasciano a terra la scuola d’infanzia De Albentiis, a ridosso della via omonima.

In virtù di questa “svista” degli uffici comunali, la scuola rimarrà a secco del finanziamento destinato alla sua ricostruzione dal Ministero per l’Istruzione, Università e Ricerca.

Il bando, pubblicato nel marzo 2021 per un importo complessivo di 175 milioni di euro, è di particolare importanza perchè rivolto con precedenza assoluta alle zone colpite dai terremoti tra cui, appunto, il comprensorio teramano. Miglior destino hanno avuto a Roseto, le cui domande sono state accolte.

La commissione del Miur che ha esaminato la pratica ha decretato senza appello la irricevibilità della domanda teramana, nonostante, accertata la gaffe, il Comune abbia chiesto la possibilità di integrare i documenti mancanti in un secondo momento. Destino parzialmente diverso per il completamento del polo scolastico di Villa Vomano, per l’istituzione di otto posti nido per l’infanzia. La richiesta è stata accolta, ma con riserva, attraverso fondi PNRR. Si vedrà se avrà maggior fortuna.

La sorte della scuola De Albentiis fu decisa anni fa, quando i tecnici del comune ne decretarono la inidoneità sulla quale, tuttavia, sarebbe interessante conoscere meglio i dettagli. Privare una comunità di un polo per l’infanzia di particolare importanza per la sua collocazione, è una decisione da prendere a ragion veduta. E ci auguriamo che così sia stato.

La mancata ricostruzione della scuola non colpisce solo la sua funzione specifica, ma interessa l’intera zona attorno al Parco Don Bosco, nato sulle ceneri – è il caso di dirlo – del vecchio cimitero smantellato all’inizio degli anni 70. Un ameno angolo della città, impreziosito dalla Fontana Gaia costruita e donata al comune da mastro ferraio Glauco Casciotti, uno dei sostenitori che più si impegnarono per la bonifica dell’area. Oggi la fontana, composta da bambini che si tengono per mano in un girotondo inno alla vita, porta i segni dell’incuria e dell’indifferenza. Ha smesso di zampillare da tempo e la ruggine ne erode ogni giorno un piccolo pezzo. Angoli di Teramo che scompaiono nel tempo. Una sorte che la città non merita.

Enrico Squartini

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