HomeNewsStudenti sfollati dal Delfico di Teramo: emergono preoccupazioni su spazi e apprendimento

Studenti sfollati dal Delfico di Teramo: emergono preoccupazioni su spazi e apprendimento

La situazione relativa al sequestro dell’Istituto Delfico di Teramo si presenta particolarmente delicata. L’edificio, che ospita il Liceo Classico, il Liceo Musicale e Europeo, il Liceo Scientifico e il Convitto, è stato sequestrato due settimane fa a causa di una presunta mancanza di documentazione riguardante i lavori di ristrutturazione effettuati nel 2016.

Immediato è stato l’intervento delle autorità: la scuola è stata evacuata al momento della notifica del provvedimento da parte dei carabinieri. Questa azione ha suscitato una forte reazione tra i genitori, che si sono mobilitati in massa. Gli studenti, infatti, hanno dato vita a numerosi episodi di protesta, sia all’esterno dell’istituto che in piazza, esponendo cartelloni e striscioni per esprimere il loro discontento.

Nel frattempo, gli studenti sono stati trasferiti in diverse scuole, creando confusione e incertezze riguardo alla data di riapertura e alla sistemazione definitiva. La mancanza di informazioni chiare contribuisce a un clima di preoccupazione tra le famiglie e il personale scolastico.

Queste le parole di una studentessa del gruppo di rappresentanza d’istituto del Liceo scientifico:”Questa situazione improvvisa ci ha lasciati tutti senza parole, questa scuola è la nostra seconda casa, anche perchè al suo interno ospitava più di 1200 studenti di cui almeno 50 convittori. Non è solo un edificio per noi, è parte di ciò che siamo.”

Preoccupazioni espresse riguardo alla loro attuale sistemazione, sia fisica che temporale. “Certamente ci daranno dei luoghi in cui stare, ma noi non siamo disposti ad accontentarci. La scuola non è solo ‘il banco'”, afferma, sottolineando la necessità di spazi che favoriscano un apprendimento qualificato. Tra le richieste figurano laboratori, aule di danza per le ragazze del corso coreutico e palestre.
Inoltre, gli studenti sollevano interrogativi sull’iniziativa della scuola pomeridiana, che sperano sia temporanea. Questa misura, secondo loro, sta causando difficoltà a molti, inclusi atleti e studenti che dipendono dai trasporti. Gli studenti avvertono anche dell’impatto psicologico che questa situazione sta avendo sulla loro vita quotidiana, auspicando che le istituzioni non trascurino le loro esigenze.

Un’altra problematica che sta suscitando preoccupazione tra gli studenti è la corretta esecuzione dell’esame di stato. “Temo quando sento dire che ci vorranno mesi per trovare una soluzione stabile. Mi preoccupa la normativa europea, che richiede almeno 200 giorni di lezione affinché i titoli di studio siano riconosciuti”, afferma la studentessa che frequenta il quinto anno.
Questa situazione è particolarmente critica per gli studenti che si apprestano a sostenere l’esame di stato. “È inaccettabile che noi studenti paghiamo il prezzo per problemi che non dipendono da noi”, conclude, evidenziando l’urgenza di una risposta adeguata da parte delle autorità scolastiche.

Le parole finali risuonano forti e chiare, richiedendo attenzione da parte delle istituzioni: “Non stiamo puntando il dito contro nessuno, perché la situazione attuale è molto più grave. Vogliamo essere ascoltati, concretamente, riguardo al presente. La vera emergenza è che siamo 1200 ragazzi sfollati, con personale docente e ATA senza lavoro, e genitori che non possono lasciare i bambini a scuola. Questo crea una profonda situazione di disagio che non può e non deve passare inosservata. Chiediamo certezze che finora non abbiamo ricevuto.”

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