HomeTelodiceTopyUn incontro casuale, ma che incontro!!

Un incontro casuale, ma che incontro!!

Era una metà mattina di un giorno feriale di fine inverno del 1996, giornata tiepida con sole, mi trovavo presso il bar Di Sante a San Nicolò dove a quel tempo andando in giro per lavoro quotidianamente facevo sosta per fare rifornimento di benzina dall’amico Berardo e prendere l’ennesimo caffè presso il Bar gestito da suo fratello Gianni. Fatta benzina, dopo aver parcheggiato l’auto sul davanti del noto mobilificio entro al bar, al banco trovo la signora Lucia moglie di Gianni, ci scambiamo i saluti e ordino il caffè. Mentre la signora si appresta a prepararmi il caffè entrano tre persone; un uomo e una donna entrambi anziani seguiti da un secondo uomo sulla quarantina corpulento e barbuto che si ferma sulla porta di ingresso del bar. Il signore anziano dopo aver salutato chiede del bagno, la signora Lucia gli indica che lo trova sulla destra a metà della stanza attigua. Essendo io in prossimità, non potetti fare a meno di osservare tutta la scena e le relative persone.

La signora era avanti con gli anni, oltre la sessantina, alta, dai capelli biondicci tendenti al rosso non curati, il viso senza trucco, anche il suo abbigliamento era poco curato, sicuramente in gioventù era stata una bella donna, ma al momento la sua bellezza era totalmente sfiorita, scrutando il suo aspetto e il modo di fare, dava l’idea di una governante o di una segretaria che accompagnava il signore anziano, il quale anch’esso avanti con gli anni, tra i settanta e gli ottanta , non di alta statura, vestito molto semplice in tonalità beige, con giubbetto di stoffa e pantaloni abbastanza comuni a chi non lo conoscesse dava l’idea di una persona molto comune, simile alle tanti delle nostre porte accanto. Nel mentre il signore anziano mi stava voltando le spalle per recarsi al bagno , potei notare per bene il suo profilo e una volta girato, mi risaltarono agli occhi che pantaloni che indossava erano ampiamente più ampi della forma delle sue parti basse; glutei e gambe comprese . Si capiva benissimo che era un capo che anni prima aveva coperto ben altra stazza di fisico. Nel vederlo camminare di spalle, assieme alla signora mentre si recavano al bagno, notai che le sue spalle erano leggermente ricurve e anche la testa la tendeva in avanti verso il basso, classica posizione da movimento di persone di una certa età. 

Scomparso dalla visione dei presenti, alla mia destra c’era il signor Biondi che faceva colazione con il solito cappuccino e cornetto, chiesi alla signora Lucia se avesse riconosciuto la persona che gli aveva chiesto del bagno. Alla mia domanda lei mi chiese: “perché chi è? “Io: Alberto Sordi!” “ E lei: “ Vattene lu mà (Vattene o Matto) mo Alberto Sordi che è venuto a fa qua ? “ Ed io: “Mo che torna dal bagno glie lo chiediamo!” Esclamai, indicandogli il signore grosso barbuto fermo all’ingresso aggiunsi.” Secondo te quello che sta a fare là?“ Perché dando per scontato che la persona in questione fosse Alberto Sordi, questi visto il suo atteggiamento, non poteva essere altro che la sua guardia del corpo.

Passati i minuti necessari al caso, la coppia di anziani tornò presso in bancone del bar, mentre ordinavano i cappuccini e relativi cornetti per la colazione , la signora Lucia osservando attentamente il viso dell’uomo, pur se con le rughe e le guance affossate dal peso degli anni, ebbe conferma di quanto gli avevo detto.

Con un grande sorriso e sguardo stupefatto la signora Lucia chiese conferma se lui fosse Alberto Sordi salutandolo con riverenza, l’Albertone Nazionale assentì accompagnando la cosa con un immenso sorriso a tutta bocca, muovendo ondeggiando la testa a destra e a manca come suo solito. Nel mentre la signora Lucia preparava i cappuccini, nella mia mente passarono tante cose. In un brevissimo lasso di tempo quasi tutta la sua filmografia, dallo Sceicco Bianco, Un Americano a Roma, passando per i Vitelloni, Lo scapolo, Il Marito, Il Vedovo, La Grande Guerra, Una Vita Difficile, Il Diavolo, IL Mafioso, Un Detenuto In Attesa di Giudizio, Finché c’è Guerra c’è Speranza, Il Marchese del Grillo a Dove Vai in Vacanza tanto per citarne alcuni. Avrei voluto abbracciarlo parlare e commentare con lui della sua memorabile carriera e della tantissima varietà di personaggi da lui interpretati e chissà cos’altro, l’unica cosa che mi sentii di fare, fu di chiedergli di avere l’onore di potergli stringere la mano che lui gentilmente mi concesse. Avevo stretto la mano al mitico al grande Alberto Sordi. Nel frattempo la signora Lucia aveva posizionato i cappuccini sul banco in prossimità del signor Biondi (un distributore all’ingrosso del posto, dei prodotti della Campo Del Re) il quale da uomo di mondo qual era, nel salutare anch’esso l’Albertone Nazionale si offrì di pagare le consumazioni aggiungendo simpatiche battute sulle dicerie della tirchieria del nostro grande attore.

Il Nostro accettò con gratitudine assentendo alle battute con larghi sorrisi fino a brevi risate, le sue solite: “ AH! AH ! “ non certo per risparmiare ma come atto di cortesia nel ricambiare una gentilezza. Tra una battuta e l’altra, spiegando che si trovava a passare dalle nostre parti per recarsi in una località delle Marche, Alberto Sordi consumò il suo cornetto e cappuccino, finito di fare colazione gli chiesi di firmarmi il solito autografo per celebrare l’evento storico dell’incontro, sempre sorridendo appose il suo nome e cognome firmando un mio biglietto da visita da lavoro. Ciò fatto salutai il Nostro e tutti i presenti e mi apprestai ad uscire dal bar passando davanti alla guardia del corpo sempre ferma all’ingresso che controllava la situazione. Nel recarmi presso la mia auto non potetti non notare sul mio cammino una BMW di grossa cilindrata parcheggiata poco distante dall’ingresso del bar, era quella con la quale il Nostro viaggiava, mentre nel frattempo una simile, di colore leggermente diverso entrava nel piazzale per fermarsi alla pompa antistante il bar per fare benzina.

Salito in macchina, nel fare le operazioni di retro marcia per uscire dal parcheggio guardando lo specchietto retrovisore notai l’Albertone nazionale che usciva dal bar, tutto sorridente salutando a destra e a manca, perché nel frattempo quasi tutti i presenti dentro e fuori il bar lo avevano riconosciuto. Sempre tutto sorridente e ondeggiando con il corpo a braccia allargate come suo solito, si apprestò a salire in macchina, ma non su quella con la quale era in viaggio, ma su quella che stava facendo rifornimento di benzina, cercando di aprire la porta posteriore per salirvi. La guardia del corpo nonché autista accortosi della cosa, gli si buttò addosso e prendendolo quasi di peso lo trascinò presso la propria auto. Che scena ragazzi ! Sembrava un piccolo cammeo di un film. L’Albertone Nazionale sballottato e trascinato quasi di peso dalla sua guardia del corpo fino alla macchina. Sono passati più di venti anni, quella scena che dal vivo mi diede conferma che Alberto Sordi nelle sue interpretazioni ci ha sempre messo tanto della sua personalità, non la ho mai dimenticata.

Antonio Topitti

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