
Il Governatore dell’Abruzzo non è solo un politico, è anche sorprendentemente uno scacchista dotato del talento necessario per fare scacco matto al Partito Democratico regionale in una sola mossa.
Come è noto, il PD da tre anni e mezzo conduce un’opposizione inesistente alla maggioranza regionale di centrodestra, sbraiatando in ogni dove l’inconsistenza e l’incapacità del Presidente Marsilio, senza mai spiegare – per evidente incapacità politica – quali direzioni e quali progetti dovrebbe mettere in campo la Regione per garantire un futuro di sviluppo per gli abruzzesi.
Le non brillanti intelligenze piddine hanno sempre sperato di poter lucrare sulla storica alternanza che caratterizza l’Abruzzo da 30 anni, quella cioè che vede sempre vincente alle elezioni la coalizione che si contrappone al governo in carica. Ragion per cui i poco “demo” (cioè poco popolari) e molto “cratici” (cioè molto attaccati al potere) attendono fiduciosi che nel 2024 alle Regionali il centrosinistra vinca per il solo fatto di essere stato all’opposizione nel quinquennio 2019-2024.
Ma Marsilio ha deciso di fare scacco matto a questa deriva naturale, spaccando il fronte degli avversari al fine di ottenere una facile vittoria.
Come raggiungere un simile obiettivo?
Semplice: attraverso la modifica della Legge elettorale regionale, effettuata per il tramite di una proposta di legge presentata quale unico firmatario da Marsilio stesso.
Innanzitutto una proposta presidenziale, per ciò solo, diviene una garanzia di approvazione da parte del Consiglio regionale, il quale se dovesse bocciarla compirebbe un atto di lesa maestà, cioè una mezza sfiducia del proprio Governatore, quindi dobbiamo considerare altamente probabile l’approvazione della proposta di legge.
In secondo luogo, occorre valutare gli effetti politici che causerà la modifica della legge elettorale vigente.
Le novità più consistenti della proposta, già depositata da Marsilio, sono tre:
– la creazione del collegio unico regionale che prenderà il posto degli attuali quattro collegi provinciali (cioè ogni candidato consigliere dovrà prendere i voti in tutto l’Abruzzo e non più soltanto nella propria provincia di appartenenza);
– l’introduzione della tripla preferenza da poter esprimere sulla scheda da parte degli elettori;
– l’ingresso automatico in Consiglio regionale del candidato alla presidenza della coalizione che elegga almeno due consiglieri.
Tralasciamo gli effetti politici delle prime due innovazioni e concentriamoci su quelli della terza.
Ad oggi, in Consiglio regionale hanno diritto di entrare solo i due candidati presidenti che arrivino primo e secondo, da domani potrà entrare automaticamente anche chi arriverà terzo.
Ciò comporta automaticamente un’agevolazione alle candidature terze che favorirà chiunque non abbia intenzione di coalizzarsi, cioè di fatto il M5S e il Terzo Polo.
Ne consegue che una legge siffatta comporterà un’esplosione della possibile coalizione di centrosinistra e una sconfitta sicura per i tre tronconi che la compongono: il PD, il M5S e il Terzo Polo.
Con questa mossa geniale Marsilio si garantisce una vittoria facile nel 2024 e una riconferma che ad oggi non era affatto sicura, né agevole.
Al contempo, il M5S e il Terzo Polo devono ringraziare enormemente il Governatore per avergli dato respiro e autonomia, consentendogli di poter correre autonomamente e di poter far perdere nuovamente il Partito Democratico.
Una mossa geniale da scacchista che uccide le ambizioni dei sinistrati (cioè letteralmente coloro che hanno subito un sinistro) e prolunga il dominio del centrodestra in Abruzzo fino al 2029.
Ipàzia
